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Approfondimento

Leonardo da Vinci disegna il cuore

Un breve excursus nella storia della scienza per esplorare “i disegni del cuore” non può non partire da Leonardo da Vinci.

Indichiamo alcuni disegni che si possono riproporre agli studenti della primaria e oltre, da ricopiare ed esercitarsi. Questi fogli anatomici di Leonardo sono circa degli “A4”, e così si possono stampare “a grandezza naturale”. Ma si possono anche proiettare alla lavagna interattiva.

Aggiungiamo la trascrizione di alcune note di Leonardo tratte da quelle affascinanti pagine di disegni e appunti. Così al disegno si può unire l'ascolto o la lettura: come italiani abbiamo la fortuna di poter comprendere le note di Leonardo in lingua originale! E i fascicoli o quaderni che Leonardo fece con amore insegnano a curare i nostri altrettanto.

 

Firenze, 1508

Il primo disegno – con il cuore che richiama un fornello, i polmoni un mantice e la trachea i tubi di un camino – è molto suggestivo ma è potremmo dire anche “sbagliato” o “approssimativo”. È però un riassunto delle conoscenze del tempo, prima che Leonardo ci si applicasse, e cominciamo da qui. C'è la caratteristica scrittura speculare di Leonardo, e sotto il disegno riportiamo la trascrizione di alcuni appunti (più avanti diamo indicazioni su dove trovare le trascrizioni). Per capire meglio le note di Leonardo il consiglio è di leggerle a voce alta.   

Non pò il vento refresso dal polmone nel cuore entrare in esso core se esso non ha uscita. Adunque è necessario due vie, delle quali quando il polmone manda fori l’aria per la trachea, che ancora mandi in quel medesimo tempo l’aria per una via nella concavità del core e, per una seconda via, l’aria si fugga del core e ritorni insieme coll’altr’aria che si fugge per la detta trachea per la via del polmone. (QA III.10v)

A più riprese Leonardo applica questa analogia, cuore-fornello e polmoni-mantice, nella lingua odierna respirazione-combustione. Leonardo ha molte intuizioni, ma il concetto del cuore-fornello dove si genera la vita-calore è purtroppo un inciampo. In un foglio del Codice Arundel cerca così di render conto del mistero del "doppio collegamento" tra cuore e polmoni. 

modo di mantici de' fornelli

Le ventole contrarie son fatte perché quella che apre infuori serve a mandare fuori il caldo e che dopo il moto d'esso caldo egli non possa inessuno pernessuna via tornare indietro e questo esce per la finestra m la qual sierra colla ventola b. Il vento fresco ettirato nel mantice per la finestra n la quale entrata nel mantice la ventola a si serra e mai può spirare p'essa finestra ma quando è riscaldato ritorna fori per l'altra finestra m come prima fu detto...

Il brieve e spesso alitare soffoca quello che alita, onde per neces perché non si scambia ogni alitatura tutta l’aria che si riscalda nel polmone; ma ve ne resta una parte tanto riscaldata, che darebbe gran nocumento all’animale, se con grande e lungo alitare non fussi sospinta fori di tale polmone. (Ar 24r)

Un'altra analogia dello stesso periodo è il disegno del cuore paragonato al nocciolo di una pesca da cui partono germogli e radici. In questo caso l'analogia tra il sangue e la linfa delle piante serve a posteriori a Leonardo a illustrare la sua prima scoperta: anche l'albero delle vene parte dal cuore (come l'albero delle arterie) e non dal fegato. Alcuni decenni prima Leonardo aveva disegnato il famoso Albero delle vene, che contiene questo errore. Ora invece, probabilmente grazie alla sua rispettosissima autopsia di un vecchietto morto centenario, Leonardo fa questa scoperta.  

Tutte le vene e arterie nascano dal core; e la ragione è che la maggiore grossezza, che si trovi in esse vene e arterie, è nella congiunzione, che esse hanno col core; e quanto più si removano dal core, più si assottigliano e si dividano in più minute ramificazioni. E se tu dicessi che le vene nascessino nella gibbosità del fegato, perché esse hanno la loro ramificazione in essa gibbosità, sì come le radici delle piante hanno nella terra, a questa comparazione si risponde che le piante non hanno la (loro) origine nelle loro radici, ma le radici e l'altre ramificazioni hanno l'origine dalla parte inferiore d'esse piante, la quale sta fra infra l'aria e la terra; e tutte le parti della pianta inferiore e superiore son sempre minori d'essa parte, che confina colla terra; adunque è manifesto che tutta la pianta ha origine da tale grossezza, e, per conseguenza, le vene hanno origine dal core, dov'è la loro maggiore grossezza; né mai si trova pianta, che abbia origine dalle punte delle sue radici o altre ramificazioni; e la sperienza si vede nel nascimento del persico, che nasce dello suo nocciolo, come di sopra si dimostra, in ab e ac. (MS B.11r)

 

Pavia, 1510-13

Leonardo intraprende i suoi studi approfonditi sul cuore nell'ultima parte della sua vita, quando ha quasi sessant'anni, intorno al 1510, a Pavia, con molte anatomie. Ed ecco allora la seconda scoperta del Leonardo anatomista: il riconoscimento che il cuore è diviso in 4 camere e non 2.

Il core à quattro ventriculi, cioè due inferiori e nella sustanza del core e due superiori for della sustanza del core, e di questi n'è due destri e due sinistri; e li destri son assai maggiori delli sinistri; e li superiori son separati da certi uscioli (ovver porte del core) dalli ventricoli inferiori; e li ventriculi inferiori sono separati da un parete poroso, per il quale penetra il sangue del ventriculo destro nel ventriculo sinistro. (QA 1,3r)

Come ha argomentato il cardiologo e storico della medicina K.D. Keele, la divisione del cuore in 4 camere è una importante scoperta anatomica di Leonardo, ed anche è il punto di partenza del nostro laboratorio. Si veda a questo proposito Leonardo da Vinci e il Movimento del Cuore in antologia.

Il “parete poroso” o “setto poroso” è un errore antico che perdura anche negli studi di Leonardo. La parete che divide il cuore destro e il cuore sinistro non è porosa.

Poi Leonardo passa a studiare il cuore del bue. In questo disegno vediamo disegnato in modo molto naturalistico il cuore nella sua sede vicino ai polmoni, con la struttura ramificata di trachea bronchi e bronchioli, come pure di vene e arterie.

Se nel core penetra aria o no.

A me pare impossibile che per la trachea possa penetrare alcuna aria nel core, perché chi gonfia quella, nessuna parte d'aria spira d'alcuna parte di quella, e questo accade per causa del denso pannicolo, col quale si veste tutta la ramificazione della trachea; la qual ramificazion di trachea si va dividendo in minutissimi rami insieme con la minutissima ramificazione delle vene che con continuo contatto accompagnano infino all'ultimo; e qui non è che per li sottili rami della trachea spiri l'aria in quella rinchiusa e penetri per le punte delli minimi rami di tali vene. Ma di questo non affermo integralmente il mio detto prima che io abbi veduto l'anatomia che io ho fra le mani. (QA II.1r)

Con il polmone e il cuore del bue Leonardo condusse l'esperimento descritto, provare a spingere l'aria dal polmone nella vena polmonare. Questo esperimento ritorna nel nostro laboratorio, nel video 4 sul sangue e la chimica dei gas.

 

Ed ecco una delle tavole più note di Leonardo sul cuore, sono due fogli, il cuore di bue è visto da diverse angolature, per mostrarne tutta la tridimensionalità. A commento possiamo citare le felicissime osservazioni di Leonardo sulla forma a “vaso” e sulla natura di “muscolo” del cuore.

Il core in sé non è principio di vita / ma è un vaso fatto di denso muscolo / vivificato e nutrito dall'arteria e vena / come sono gli altri muscoli. (MS B.33v)

Leonardo continuò le ricerche sul cuore con un meticoloso studio delle valvole e in particolare dell'aorta e della valvola aortica. Allo scopo realizzò anche un calco di cera di quella parte di un cuore di bue su cui poi costruì un modello in vetro! Queste ricerche lo occuparono molto, e fece numerosissime osservazioni, ma vanno oltre lo scopo di questo articolo.

 

Leonardo disegna il cuore ma anche le vene del braccio

Ora riporto un ricordo personale: è buona pratica metterne qualcuno nell'attività di laboratorio. Sono un donatore di sangue da più di vent'anni ma rimango sempre un po' impaurito quando l'infermiera scarta l'ago o cannula per il prelievo. È infatti un ago più grosso di quello delle siringhe casalinghe, un cilindro tagliente, affilatissimo.

Una volta l'infermiera mi fece una lezione. Stava disinfettando il braccio prima di entrare con l'ago, e tastava con le dita le vene, e intanto tranquillamente mi spiegava “Questa è la vena basilica, questa è la vena cefalica, le ha disegnate Leonardo...”

E allora eccolo qui, il disegno di Leonardo delle vene del braccio, è del 1510-11. Allo studio dei vasi si accompagna quello dei muscoli. C'è anche un ritratto della persona che è probabilmente il soggetto dello studio anatomico. Ciò ci dice qualcosa di Leonardo, della sua sensibilità e rispetto per le persone.

Ora un breve accenno all'arte e scienza infermieristica. Alla scuola primaria è giusto collegare quanto si studia (in questo caso la circolazione del sangue) con le esperienze personali degli studenti (e qui i prelievi di sangue sono un'esperienza abbastanza comune).

Per questo l'attività si può arricchire del disegno delle vene del braccio, ma si può arricchire anche di un racconto dal punto di vista dell'infermiere, ovvero di chi le vene del braccio le conosce meglio di tutti. Per questo consiglio l'articolo Le vene del braccio, anatomia di una scelta dal blog infermieriattivi.it.

 

Dove trovo online i disegni con le note? (Breve guida per chi comincia)

I disegni anatomici di Leonardo saltano fuori alla fine del Settecento nella biblioteca dei reali d'Inghilterra a Windsor. Per quello che è successo prima, si veda l'articolo di K.D. Keele in antologia. E dopo?

Le prime edizioni in facsimile degli studi anatomici di Leonardo sono dell'inizio del Novecento. Oggi si possono trovare digitalizzate online, e noi le abbiamo usate per individuare con certezza il testo delle trascrizioni:

  1. G. Piumati, I manoscritti di Leonardo da Vinci della Reale Biblioteca di Windsor. Dell'Anatomia: Fogli A e Fogli B, 2 volumi, Parigi 1898 e Torino 1901. Ci sono trascrizioni delle note di Leonardo, e traduzione in francese, fogli in carta velina sopra i disegni. C'è anche un'aggiunta coi fogli C. Si possono consultare digitalmente o scaricare su www.archive.org e nelle abbreviazioni li abbiamo indicati come MS A, MS B, MS C

  2. Leonardo da Vinci: Quaderni d'Anatomia, 6 volumi, Christiania 1911–16. Ci sono trascrizioni delle note di Leonardo, e traduzioni in inglese e tedesco. Bellissimi, in carta giapponese. Si possono consultare digitalmente o scaricare dal sito dell'Università di Utrecht. Nelle abbreviazioni li abbiamo indicati come QA I, QA II, QA III, QA IV, QA V, QA VI.

Vi invito calorosamente a cliccare sui link, per andare in biblioteca e sfogliare questi libri meravigliosi. Si può anche farlo in classe, e il libro diventa gigante sulla lavagna interattiva. Ci sono i disegni e le note trascritte, foglio per foglio. Per questo è bella internet!

Nella seconda metà del novecento gli studi su Leonardo crescono a dismisura, grazie a questa disponibilità dei testi con le note. Numerosi medici si mettono a studiarli. Un esempio è il dottor Kenneth David Keele che insieme al nostro Carlo Pedretti (il maggior studioso di Leonardo) pubblica l'edizione completa del “Corpus degli studi anatomici nella collezione di Sua Maestà la regina Elisabetta”, in 2 volumi (1980-83). Una parte è accessibile online nel Museo Galileo. Nelle abbreviazioni il riferimento è K/P.

Negli anni 2000 il Royal Collection Trust (RCT), per chi ha facilità con l'inglese, rende liberamente disponibili online una serie di materiali:

  1. i fogli manoscritti (disegni anatomici) ad alta risoluzione. Hanno un codice foglio per foglio, preceduto dalla sigla RL, Royal Library. Sono quelli che abbiamo usato nel nostro articolo, e i codici sono: RL 19104vRL 19028rRL 19062rRL 19071rRL 19073v–4vRL 19005r.

  2. il bel libricino in PDF Leonardo da Vinci: Anatomist, di Martin Clayton e Ron Philo (2012). Contiene un'esposizione sintetica e "passo-passo" dei diversi contributi di Leonardo all'anatomia, e di ogni foglio fornisce link attivo al disegno ad alta risoluzione e riferimenti utili per "collegare" il disegno alle pubblicazioni precedenti con le trascrizioni delle note (come MS B, QA II, etc). Martin Clayton è anche autore di una app, Leonardo da Vinci: Anatomy. Ma è in inglese, ci si perde il bellissimo italiano di Leonardo.

  3. Una monografia molto recente e approfondita, Francis C. Wells “The Heart of Leonardo” (Springer 2013), che fa il punto sugli studi su Leonardo e il Cuore. Per sfogliarne qualche pagina, anteprima su Google Books

Questa "breve guida" ha lo scopo di fornire una piccola mappa a chi volesse fare quanto proposto nel laboratorio: unire allo studio del corpo umano (scienze) una attività di disegno (arte) e lettura (italiano), prendendo come punto di partenza gli appunti e i disegni di Leonardo. Per la prosa si veda anche Leonardo Prosatore (1915), disponibile su wikisource.

Si potrebbe aggiungere ancora molto su Leonardo e il cuore. Si può scrivere un libro di 250 pagine, infatti. Ma, come scrisse Leonardo giocoso sui suoi appunti, ora ci fermiamo perché la minestra si fredda. Ci fermiamo con un'ultima sua citazione: 

E tu, omo, che consideri in questa mia fatica l’opere mirabile della natura, se giudicherai esser cosa nefanda il destruggerla, or pensa essere cosa nefandissima il torre la vita all’omo, del quale, se questa sua composizione ti pare di maraviglioso artifizio, pensa questa essere nulla rispetto all’anima, che in tale architettura abita, e veramente, quale essa si sia, ella è cosa divina, si che lasciala abitare nella sua opera a suo beneplacito, e non volere che la tua ira o malignità destrugga una tanta vita (chè, veramente, chi nolla stima nolla merita), poichè così mal volentieri si parte dal corpo, e ben credo che ’l suo pianto e dolore non sia sanza cagione. 

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